Nel nuovo film di Cristina Comencini. Paola Cortellesi si contende con Micaela Ramazzotti un affascinante toy-boy interpretato dal giovane Eduardo Valdamini. Vero ha incontrato la poliedrica attrice. cantante e imitatrice alla presentazione romana della pellicola che in questi giorni sta ottenendo un buon successo al box-office.
Paola, in un’epoca in cui le donne puntano molto sull’emancipazione, nel film Qualcosa di nuovo le protagonisti hanno ancora bisogno di un uomo accanto per trovare la felicità…
«Nessuno ha mai pensato che le cose potessero andare diversamente, non si può fare a meno dell’universo maschile. Qualcosa di nuovo racconta di un incontro inaspettato, l’arrivo di un ragazzo molto giovane nella vita di due amiche, Lucia. da me interpretata, e Maria, a cui presta il volto Micaela Ramazzotti. Questo fatto inaspettato cambia loro l’esistenza, perché a volle la vita può sorprenderci, anche a quarantanni, quando di solito ci si aspetta sempre le solite cose e si crede di conoscere tutto. È uno stimolo a pensare diversamente».
«Continuerò su questa strada»
Quanto c’è di tuo nel personaggio di Lucia?
«Tanto, anche se non sono rigida come Lucia. A parte la sua rigidità l’ho apprezzata molto, perché è una donna ironica e dotata di sano sarcasmo. È stato divertente costruire il personaggio e vederlo evolversi».
A proposito: in Qualcosa di nuovo hai firmato anche la sceneggiatura…
«Lo considero un bellissimo regalo della regista Cristina Comencini: quando mi ha contattato per farmi questa proposta, la mia prima reazione è stata di grande felicità e ho accettato subito. Anche perché quella opportunità mi avrebbe finalmente permesso di lavorare con Giulia Ca-lenda (nota sceneggiatrice, figlia di Cristina Comenicini, ndr) che ho sempre stimato. Sono orgogliosa del risultato, mi è capitato di scrivere diverse sceneggiature e devo riconoscere che questa nuova sfaccettatura del mio lavoro mi stimola tanto, per questo credo proprio che continuerò anche su questa strada».
«Faccio squadra con le amiche»
Paola Cortellesi È la prima volta che tu e Micaela Ramazzotti recitate insieme. Come vi siete trovate sul set?
«Abbiamo affrontato il lavoro con professionalità ma anche con leggerezza. Ci conoscevamo già e desideravamo da tempo recitare insieme. Grazie a Qualcosa di nuovo ci siamo trovate nella situazione ideale, non solo perché si tratta di una commedia, ma anche perché Cristina Comencini è riuscita a creare un clima piacevolissimo e a farci vivere situazioni divertenti sia sul set che fuori. Se al mattino, quando sei al trucco, sei in un ottimo stato d’animo, riesci poi a portarlo anche sul set durante le riprese».
Tu e Micaela, nella vita reale, siete mamme.
«Durante le pause della lavorazione del film non facevamo che parlare di tosse, aerosol, di quali pappe dare alle nostre piccole creature. Io e Micaela, essendo spesso molto impegnate con il nostro lavoro, ci siamo scambiate consigli anche sulle baby-sitter (ride)».
Che cosa accade quando due colleghe fanno squadra e cercano di collaborare?
«A volte non si dà per scontato che possa esserci una reale coesione tra le donne sul lavoro, ma vorrei smentire questo pregiudizio. Per quanto mi riguarda, ho avuto sempre bellissime esperienze anche perché amo lavorare con le donne. In genere non si pone questa domanda agli uomini perché si pensa che la conflittualità possa nascere solo e sempre tra donne, ma io credo che non sia così».
E stato imbarazzante girare le scene più “hot”’ con Eduardo Valdarnini?
«Beh, un po’ sì (ride)».
Prendendo a prestito il titolo del tuo film, c.’è Qualcosa di nuovo che ha cambiato la tua vita?
«Sì, mia figlia Laura (3 anni, avuta con il il regista e sceneggiatore Riccardo Milani, ndr). Da quando è arrivata lei. tutte le mie priorità sono cambiate. Naturalmente mia figlia è al primo posto».
Paola Cortellesi nella vita di tutti i giorni hai anche tu un’amica speciale come Maria?
«Ho tante amiche con cui mi piace fare squadra e crescere, ma un rapporto come quello che ha Lucia con Maria, che fa di tutto per monitorare la sua vita privata con un’eccessiva forma di protezione. non ce l’ho e fortunatamente non credo di averlo mai avuto!».
Intervista a Paola Cortellesi da Vero.
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