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Dedichiamo adesso questo articolo a Fabrizo Miccoli , ex capitano rosanero del Palermo, che negli anni ha stretto un’amicizia con un figlio di un boss locale , al quale si sarebbe rivolto anche per riscuotere determinati crediti. Fabrizio Miccoli inoltre in alcune intercettazioni ambientali avrebbe anche definito Giovanni Falcone, giudice antimafia ucciso a Capaci, come fango. Di tutto questo ha risposto Fabrizio Miccoli in conferenza stampa improvvisata a Palermo. Dice dunque Fabrizio Miccoli

Da tre giorni non riesco a dormire per tutto quello che è uscito. Sono stato in campo a testimoniare per Falcone per tutte le vittime di mafia. Sono qui per prendermi le mie responsabilità, per chiedere scusa alla città di Palermo, alla mia famiglia. Da 20 anni faccio questo lavoro e sono un padre di famiglia”

E’ quando deve parlare di Giovanni Falcone che arriva il vero dramma per Fabrizio Miccoli

Scoppia infatti in lacrime lo stesso Fabrizio Miccoli che dice di avere chiesto scusa anche alla moglie con queste parole

“Chiedere scusa alla famiglia Falcone? Ho già contattato la signora (Maria, ndr) che mi ha detto delle bellissime parole e che bastava chiedere scusa alla città per accettare le mie. Le ho detto che spero che lei mi dia l’opportunità di essere presente all’interno delle associazioni e di portare avanti qualcosa in comune – dice ancora – Ho trascurato la mia famiglia per essere uno di Palermo. Quello che conta è la propria coscienza. Dimostrerò con i fatti che non sono un mafioso e sono contro la mafia. Non sono preoccupato, anzi fiducioso e sono contento di essere stato chiamato una volta per tutte e chiarire come sono veramente. Da quando sono a Palermo sono andato tre volte in discoteca, a campionato finito, poi ho sempre cercato di allenarmi e fare il professionista. andavo al ristorante, a pesca, con agenti della Digos, ho frequentato tutti, mai senza secondi fini. Il Tenente Onorato, dove ci alleniamo, è un campo militare e non entra nessuno. Mi riferivo a questo quando nelle intercettazioni dicevo di non venire al campo”