Gigi D’Alessio è tornato con un nuovo album, Noi due, distribuito da Sony. Un album che per lui significa rinascita, anche grazie alla presenza di ospiti importanti come Fiorella Mannoia, Emis Killa, Gué Pequeno, Giusy Ferreri, il rapper Luché. Manca però lei, Anna Tatangelo. Eppure il titolo faceva proprio pensare che quel “noi due” potesse essere riferito a Gigi e alla compagna.
«Sono napoletano e poi italiano»
Gigi d’Alessio ci sveli chi sono questi Noi due del titolo del tuo album?
«Siamo io e la mia ombra. L’ombra sono le mie origini. Io mi sento prima napoletano e poi italiano. Vent’anni fa ho portato a Sanremo Non dirgli mai: mi dissero che ero pazzo, che dovevo togliere l’unica frase in napoletano del testo. La cambiai, ma in diretta la cantai in napoletano».
Oggi riproponi Non dirgli mai eseguita questa volta con la London Svmphonv Orchestra. Che cosa rappresenta per te questo disco?
«E come vivere il mio primo giorno di vita. Sono nato di nuovo ed è nato il disco insieme con me. Non dirgli mai è come Albachiara per Vasco o Questo piccolo grande amore per Baglioni. È trattata nei Conservatori da tanti insegnanti. Ce n’è uno che fa addirittura superare gli esami di armonia con questo brano».
Questa canzone ha un significato importante per te? Ti
ha permesso di superare dei pregiudizi nei tuoi confronti?
«Il pregiudizio si^di me c’è stato eccome».
Perché?
«Perché sono napoletano. Ma la mia for2a non mi ha fatto mai mollare. Sono sempre andato controcorrente». «in passato mi hanno dono tanti no»
In Noi due ci sono molto duetti… Ce ne parli?
«Nella mia vita ho fatto fatica a fare duetti. Non ho mai avuto problemi con gli artisti internazionali, penso per esempio a Liza Minnelli».
Con gli artisti italiani invece è stato più difficile?
«Qui in Italia ho sempre avuto difficoltà in questo senso. Per questo considero Noi due come il mio primo album. Dopo 26 milioni di cd venduti e 27 anni di carriera, sono riuscito finalmente ad avere delle collaborazioni. Sto vivendo una nuova era, ma ci sono voluti quasi trent’anni per togliermi questo marchio di dosso. Sono contento di aver finalmente superato questo pregiudizio. In Domani vedrai mi diverto persino a “duettare” con me stesso, alternando la lingua italiana al dialetto napoletano».
Hai ricevuto dei no per questo disco?
«In passato ho preso tanti no e tutti bruciano, dal più piccolo al più grande. Ma stavolta ho ricevuto soltanto dei sì».
Il più bel sì che hai ricevuto sarà stato probabilmente quello della Mannoia. Come è nato?
«È stata una sfida. In un’intervista Fiorella aveva detto: “Ho sempre cantato le canzoni dei grandi cantautori, ma canterei anche una canzone composta da Gigi D’Alessio”.
Così ho scritto L’amore, mentre viaggiavo in auto da Roma a Milano». Come ha reagito quando ha sentito la canzone?
«Quando gliel’ho fatta sentire si è commossa. Le ho detto: “Se ti piace cantala, ma nel caso la devi cantare anche con me”. E così è stato.
Voleva che la aiutassi con il napoletano, ma non ce n’è stato bisogno. Fiorella è il massimo».
Nel disco manca però un,* duetto con Anna Tatangelo. Come mai?
«Non c’è Anna perché ce la canteremmo e suoneremmo sempre noi».
In che senso?
«Rischieremmo di diventare Al Bano e Romina, con tutto il rispetto. Abbiamo cantato insieme Un nuovo bacio e II mondo è mio per la Disney, poi abbiamo preso ciascuno la nostra strada. Noi non vogliamo essere una coppia anche artistica. Per questo Anna non c’è in questo disco».
C’è qualcosa di te in queste canzoni?
«È tutto vero quello che c’è nel disco. Quando compongo al pianoforte, la melodia mi trasmette qualcosa di indescrivibile e questo mi spinge a diventare il protagonista delle storie che canto, anche se magari quelle storie non ]e ho vissute in prima persona».
«Sanremo è sempre Sanremo»
L’amore che canti non è soltanto quello che si prova per una donna.
«Esatto. Con Mentre a vita se ne va mi rivolgo a chi ha i genitori o i nonni ancora in vita. Passiamo le ore a giocare con il telefonino, ma non abbiamo tempo per regalare un abbraccio alle persone anziane».
È un tema che ti sta molto a cuore.
«Io non ho più genitori o nonni, purtroppo. Quindi, ricordate che loro un giorno non ci saranno più, mentre il telefonino sarà ancora sul nostro comodino».
La tua agenda è piena di appuntamenti per i prossimi mesi: tour, altri tre concerti insieme con Nino D’Angelo. Inoltre a novembre su Raiuno sarai in Vent’anni che siamo italiani assieme a Vanessa Incontrada. Manca però il Festival di Sanremo.
«Sanremo resta la manifestazione musicale più importante al mondo. Sono “diventato” italiano al Festival. Molti lo snobbano, per me invece è un appuntamento * cui non si può dire di no. Non ho in programma di andare all’Ariston. Ma se arrivasse una chiamata…».
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