E’ una delle new entry di Braccialetti rossi, Luca Ward, che veste i panni di un misterioso generale dell’aviazione. L’attore I e doppiatore romano si racconta al nostro settimanale e ci parla dei figli. La maggiore, Guendalina, ha lasciato da tempo l’Italia e ora vive alle Maldive, dove gestisce dei centri di subacquea. E Ward, tutt’altro che fiducioso sul futuro che il nostro Paese potrà garantire ai giovani, spera che anche gli altri suoi due figli, Lupo e Luna, avuti con Giada Desideri, da grandi seguano l’esempio della sorella.
«Una figlia messa al sicuro…»
Luca Ward sei nel cast di Braccialetti rossi. Che ricordi conservi del periodo di lavorazione?
«Recitare con i ragazzi è meraviglioso! Sono così bravi che non occorrono sforzi: si può stare nelle retroguardie e mandare loro in prima linea e il risultato è vincente. Da papà e da telespettatore conoscevo e apprezzavo già questa serie. Sono convinto | che uno dei grandi meriti di questa bella fiction sia stato ( proprio quello di aver dato spazio alle nuove leve e aver & saputo intercettare in questo modo parte del pubblico giovane. Più si trattano argomenti vicini ai ragazzi e più abbiamo la possibilità di recuperare il pubblico dei teenager che, negli ultimi anni, si è allontanato dalla Tv».
Che cosa puoi anticiparci del tuo personaggio?
«Non posso svela-re granché, perché il generale sarà protagonista di un’avvincente e Vai misteriosa spy story che j 1 avrà importanti sviluppi £ i nelle ultime due punta- m te.. Per risolverla, sarà aiutato anche dagli stessi “braccialetti”. Aspettatevi una grande sorpresa».
I tuoi figli erano felici del tuo ingresso nel cast?
«Certo. Non gliel’ho detto di proposito, altrimenti avrebbero voluto seguirmi sul set in Puglia (ride)».
Luca Ward si dice che i figli siano i giudici più severi dei genitori. I tuoi ragazzi ti seguono nei tuoi lavori in Tv o al cinema?
«Sì, e spesso mi dicono che non ne possono più! Alcune sere fa mio figlio, mentre faceva zapping, ha sentito la mia voce in tre film diversi che venivano trasmessi contemporaneamente».
Qualcuno di loro vorrebbe seguire le tue orme professionali?
«La mia primogenita (Guendalina, avuta con l’ex moglie, ndr) è una manager e gestisce dei centri subacquei. Ha lasciato l’Italia e si è tra- f sferita in un’isola magnifica ^ delle Maldive. Lupo, che ha « nove anni, sogna la divisa, si vede già pilota o comandante della Marina. Forse Luna (7 anni, ndr) potrebbe dedicarsi a una professione artistica, visto che ama l’opera e il canto. Da genitore mi auguro che facciano ciò che sognano davvero. Certo, se devo essere sincero, spero che scelgano un mestiere più concreto rispetto al mio, affinché non si ritrovino sempre soggetti al giudizio degli altri».
Lupo e Luna sono ancora piccoli, ma in futuro consiglieresti anche a loro di trasferirsi all’estero, come ha fatto la tua primogenita, o credi che l’Italia possa essere ancora un Paese in grado di garantire una prospettiva concreta alle giovani generazioni?
«Una figlia l’ho messa al sicuro, spero di riuscirci anche con gli altri due. I miei bambini sono già bilingue. Quello relativo al futuro dei propri figli è certamente il pensiero più pressante che un genitore possa avere, soprattutto al giorno d’oggi. In Italia si parla tanto del futuro dei giovani, ma non si fa nulla per le nuove generazioni, sembra che a nessuno importi niente dell’avvenire dei ragazzi».
«Sognavo di fare il pilota»
Luca Ward anche tua moglie, Giada Desideri, è d’accordo , con te?
«Sì, anche perché ha vissuto in tutto il mondo, visto che suo padre era pilota. Lei, tra l’altro, parla diverse lingue, mentre io mi limito al romano!».
In questo periodo hai un’agenda professionale molto fitta d’impegni…
«È così. Sono sul set de Le tre rose di Eva e sono entrato nel cast di Un posto ai sole. Una soap storica della Rai, che il 21 ottobre ha compiuto vent’anni. Per me è un vero onore fame parte. Faccio il mio mestiere con grande passione, lavoro fino a venti ore al giorno».
Luca Ward tua moglie che cosa ti dice di questa tua vita così frenetica?
«Ormai per vederci ci mandiamo delle foto con il cellulare (ride)’. Oppure Giada si accontenta di sentire la m’a voce alla radio, nelle ”w Pubblicità o nei film».
Se potessi tornare indietro nel tempo faresti ancora l’attore?
«No, cercherei di realizzare il mio sogno, che era quello di diventare pilota. Ho perso papà a tredici anni, da bambino giravo già gli sceneggiati Rai e ho dovuto rimboccarmi le maniche assieme a mìa madre. Così è volato via il mio sogno di fare il pilota».
Intervista a Luca Ward tratta da Vero.
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