Ha debuttato sul palco a due mesi. Un battesimo artistico che ha portato fortuna a Michele Enrico Montesano. Il giovane attore romano, figlio del grande Enrico, è in scena in questi giorni al teatro Sistina di Roma ne II Marchese del Grillo proprio al fianco di suo padre. Con una laurea in Scienze Politiche nel cassetto e tanta voglia di esplorare nuovi orizzonti. Michele ci racconta l’emozione di dividere la scena con il papà, e ci confida che cosa significhi portare un cognome cosi importante e scegliere di intraprendere un mestiere che si tramanda da generazioni in casa Montesano.
Michele Enrico Montesano che soddisfazioni ti sta regalando il tuo impegno a teatro con II Marchese del Grillo?
«Sono felice e onorato di far parte di questo spettacolo. lì Marchese del Grillo è un film che ha fatto la storia del cinema italiano e il Sistina è un teatro magico. E uno spettacolo divertente e curato, allestito con grande attenzione e intelligenza».
«Lavorare con lui è appagante»
Raccontaci qualcosa del tuo ruolo. Chi interpreti in questa commedia?
«Interpreto il capitano Blanchard, che nel film di Monicelli del 1981 era Marc Porel, e in un’altra parte dello spettacolo vesto i panni di una Guardia Svizzera. Dopo Roma, con 11 Marchese del Grillo saremo in tournée a Reggio Emilia, Padova, Torino, Firenze e poi dal 13 al 15 gennaio saremo a Bari».
Recitare al fianco di tuo padre dev’essere una grande emozione per te…
«Non è la prima volta che io e papà dividiamo la scena, ho recitato già in un altro suo spettacolo che s’intitolava C ’è qualche cosa in te. Papà mi conosce bene e, di conseguenza, sa dove posso “spingermi”, dove posso arrivare. Recitare al suo fianco significa lavorare ventiquattro ore su ventiquattro».
In che senso Michele Enrico Montesano ? Spiegaci meglio…
«Naturalmente lavoriamo quando siamo a teatro, poi però magari capita che anche quando torniamo a casa mi dia un consiglio, o mi spieghi un passaggio. Ovviamente, se gli viene una nuova idea sullo spettacolo non può telefonare nel cuore della notte agli altri suoi colleghi {ride). Papà è un perfezionista, lavorare con lui è appagante e stimolante. Si vede la differenza dopo un suo suggerimento o una sua dritta».
Quando gli hai comunicato che anche tu avresti voluto fare l’attore come ha reagito, cosa ti ha detto?
«E un uomo intelligente e non ha mai tentato di dissuadermi. Non ha mai interferito nelle mie scelte di vita. Mi ha raccomandato, però, così come fecero i suoi nonni con lui, di studiare prima di cimentarmi con qualsiasi professione avessi scelto. Quello dell’attore è un mestiere che si tramanda da generazioni in casa Montesano».
E tu hai seguito il suo consiglio…
«Sì, a luglio mi sono laureato in Scienze Politiche. Ho discusso una tesi incentrata sui parallelismi esistenti tra attori e politici».
Similitudini e affinità tra i due mestieri non mancano Michele Enrico Montesano…
«Il modo di comunicare le proprie idee, per esempio, è diventato fondamentale per un politico moderno. Oggi le loro performance televisive sono lontane anni luce dalle ingessatissime tribune elettorali di qualche decennio fa. In più, spesso rischiano di rubare il mestiere agli attori comici, visto che alcune uscite o promesse elettorali fanno più ridere della battute di un cabarettista. Donald Trump, che è un imprenditore prestato alla politica, è un uomo che ha grande dimestichezza con i media e, non a caso, è diventato il presidente degli Stati Uniti, l’uomo più potente al mondo».
Per quanto riguarda impegno e dedizione, un figlio d’arte a volte deve studiare di più rispetto a un altro attore per far vedere la sua stoffa e le sue qualità e dimostrare che lavora per bravura e non per il cognome che porta.
«Ci sono molti pregiudizi sui figli d’arte. Al tempo stesso, però, sarebbe ipocrita dire che un cognome come il mio sia solo ed esclusivamente penalizzante. Ma è anche ovvio che appena un figlio d’arte sbaglia venga attaccato. Ho sempre cercato di farmi trovare pronto e al massimo delle mie possibilità. Sono serio, preciso e professionale in ogni cosa che faccio. Questi valori mi sono stati trasmessi da mio padre Enrico, e io ho cercato di applicarli in ogni ambito della mia vita, dal lavoro fino all’università».
Qual è stato il complimento più bello che ti ha fatto tuo padre?
«Capisco che approva ed è orgoglioso di me quando non dice nulla. Se c’è qualcosa che non va me lo sottolinea subito, ma se osserva e tace, allora vuol dire che sto andando alla grande»
Intervista a Michele Enrico Montesano da Vero.
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