Luglio quasi cinquantanni (è nato il 12 di luglio come Giulio Cesare e Pablo Neruda), Finalmente Dario Gabriel Oliviero, che molti conoscono ancora solo con il nome’ d”arte di Gabriel Garko, può esprimere liberamente la sua voglia di paternità, senza più doverla abbinare a una delle belle sventole con cui lo costringevano a fingersi fidanzato.
«Il desiderio di diventare padre c°è. Mi piacerebbe tanto. Penso che sarei anche bravo, ma avrei molta paura per la società attuale»,
Gabriel Garko dopo Gabriele Rossi c’è un altro
ha detto infatti di recente a Verissimo. Per poi raccontare che non è più single dopo la fine del legame con Gabriele Rossi:
«Ho una storia da poco, ma è iniziata molto bene sia dal punto di vista caratteriale che intellettuale. Lui ha 36 anni, non c’entra nulla con la mia professione e non fa il modello come qualcuno ha scritto››.
Alla domanda se potrebbe essere la persona giusta per costruire un futuro insieme, Garko ha confidato:
«Spero di si, perché mi piace veramente tanto››
Parole semplici. tenere, che oggi sembrano assolutamente naturali, ma che a lui sono costate metaforicamente le classiche lacrime e sangue. visto che da quando ha iniziato ad avere successo, Dario è stato convinto dal suo entourage professionale a recitare la parte dello sciupafemmine. anche se omosessuale. Il grande Paolo Poli, da gay dichiarato, si divertiva con soave ironia e scompigliare i luoghi comuni di genere:
«Mi dà noia il matrimonio normale, figuriamoci il resto. Preferisco la gioia che mi ha sempre procurato avere gli ormoni un po” scombinati››.
C’è chi fa il battitore libero, chi si richiama all ‘antica Grecia, chi gigioneggia, chi prima di dichiararsi vive drammi solitari.
Gabriel Garko e i suoi amici omosessuali
Per un Poli che parlava di sé al femminile, con vezzo da bimbo discolo “Siamo due orfanelle affamate», disse di sé e della collega Laura Betti al regista Mario Soldati, per impietosirlo e farsi offrire un pranzo), c’è stato anche un Rock Hudson che si è finto per tutta la carriera tombeur de femmes, fino alla tragica morte dopo aver con-tratto l’Aids, nel 1985. Il fatidico “coming out”. la dichiarazione riguardo alle proprie preferenze, può essere fiero e spavaldo oppure cauto e sofferto come nel caso di Garko. Tiziano Ferro, per esempio, ci è arrivato dopo un duro logorio mentale:
«Dicevano che vivevo una doppia vita e che stavo felicemente con un uomo. Mi facevano una tale rabbia. Non perché non volessi passare per gay. ma perché la verità è che un fidanzato avrei voluto avercelo. E, invece, non avevo nessuno»,
confidò nel momento in cui decise di descriversi senza censure.
«in più stavo male perché non riuscivo a chiarirmi con me stesso. E c”è un”altra cosa che vorrei dire: non ho mai negato pubblicamente di essere gay. Sarebbe stato semplice depistare le voci uscendo con una modella. Ma_ io non ho mai mentito. Piuttosto, ho omesso››.
Al contrario, Mario Coruzzi alias Platinette. ha fatto del suo alter ego femminile e della propria omosessualità un vessillo inconfondibile da subito, o quasi:
«Da ragazzo non ero cosi sicuro delle mie preferenze sessuali, ma sape- vo cosa non volevo. Diventare quello che poi una parte di me è diventata: un signore di mezza età triste, sovrappeso, antipatico, orso, magari con una moglie scaltra e inguardabile, due figli da sistemare. e un cane da portare fuori a fare pipì»,
ha detto ricordando Miguel Bosé Nella famiglia dei battitori liberi alla Poli, possiamo senz’altro iscrivere Miguel Bosé, nonostante un atto di normalizzazione borghese come la paternità di 4 pargoletti, avuti da una madre surrogata; Bose si è definito pansessuale e alla domanda sul perché tutti fossero curio- si di conoscere il suo orienta- mento, rispose provocatorio:
«Perché tutti mi si vogliono fare. Ho avuto il privilegio di avere un fisico per cui sono sempre piaciuto alle ragazze, ma ho sempre creato turbamento anche negli uomini. Detto ciò mi pare assurdo che ancora si parli di queste cose».
Perchè Gabriel Garko nascondeva la sua omosessualità
Alessandro Cecchi Paone. uomo colto, a suo tempo persino sposato con una donna, l ha buttata sull ‘esempio storico:
«Ho la sindrome di Alessandro Magno. Che era un uomo virile, un guerriero forte, che ha amato molte donne e ha avuto una grande passione per sua moglie Rossane. Però. in certi momenti, la guerra soprattutto, il viaggio, le grandi tenzoni, aveva bisogno di avere intorno a sé, più che Rossane. gli amici di infanzia, quelli che diventeranno i suoi generali. In particolare Efestione. Con loro viveva una dimensione affettiva tutta maschile».
Gabriel senz ‘altro è riuscito a liberarsi dalle finzioni anche grazie al conduttore del GF Vip Alfonso Signorini. Proprio durante un ‘ ormai famosissima puntata del reality, forse la più interessante fino a oggi mai trasmessa, Fattore torinese entra nella Casa per incontrare quella che tutti pensano essere stata una delle sue fidanzate. Adua del _Vesco. nome d’arte di Rosalinda Cannavò.
«Ora mi sento libero di vivere la mia vita, con te come amica, come siamo sempre stati»,
le dice.
«Tanti lo chiamano “il segreto di pulcinella”.
Vorrei avere la possibilità di dire perché è stato un segreto. E ti dico una cosa. la verità scavalcherà ogni segnale ›› ,
sussurra tra la commozione sua e del pubblico a casa. ll segreto di Pulcinella è proprio la sua omosessualità, di cui in molti mormoravano e che lui sceglie finalmente di vivere alla luce del sole. dopo 30 anni di menzogne.
«Avevo una relazione con un ragazzo che si chiama Riccardo. Nella mia casa di Zagarolo eravamo liberi. anche se quando veniva qualcuno dovevamo nasconderci. lnvitavo degli amici a cena? A fine serata lui fingeva di andarsene. si faceva mezza passeggiata e poi rientrava. Quando al mattino arrivava la donna delle pulizie. si faceva trovare nel letto della stanza degli ospiti. anche se avevamo dormito insieme»,
racconta.
Articolo tratto da Vero
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