Pastasciutta con la “pummarola ’ncoppa”: ma sì, avrà pensato giustamente Gigine rumm D’Alessio all’epoca del servizio fotografico pubblicato in queste pagine, perché mai opporsi allo stereotipo napoletano, quando lo stereotipo fa gioco? Ok dunque alla posa in cucina, se serve ad accreditarsi presso il grande pubblico come un simpatico scugnizzo di talento. In fondo, Gigi è fresco di esibizioni ai matrimoni della sua città e ha l’animo del verace rappresentante di una cultura popolare che non può certo rinnegare nel momento in cui si prepara al successo nazionale. Nel luglio 1997, quando la Rai s’interessa per la prima volta al fenomeno D’Alessio, il cantante ha appena riempilo stadio San Paolo con itimila persone e vuole il grande salto.
Gigi d’Alessio Musicista per Mario Merola
la alle spalle una lunga letta: formazione classici Conservatorio, centinaia di feste e matrimoni, lista al pianoforte nella di Mario Merola e poi Jtta a distanza per l’affermazione con altri due big del genere, Tommy Riccio e Ciro Ricci. «Quando avevo 4 anni mio padre portò dal Venezuela una fisarmonica, per mio fratello che aveva dieci anni più di me», ha raccontato. In Conservatorio si diploma in pianoforte. «A 17 anni, già dirigevo l’Orchestra Scarlatti». D’Alessio nasce nel quartiere San Ferdinando, continua ultimo di tre figli. Il padre, alla sua nascita, decide di aprire prima una panetteria e poi un negozio di abbigliamento. Il piccolo di casa, intanto, entra al Conservatorio, trasformando poi la passione per la musica in mestiere. «Nella copertina del mio ultimo disco sono ritratto insieme alla mia ombra. Ecco, quell’ombra sono le mie origini, le mie radici, non posso staccarmene, io mi sento un italiano di Napoli», ha detto di recente. «E poi la napoletanità è stata sdoganata. Venti anni fa in Non dirgli mai c’era una frase in napoletano e fu quasi uno scandalo. Ora è una lingua, perché come tale viene considerata, tanto da essere Patrimonio deH’Unesco. molto ben accolta nella musica. Nel mondo la canzone italiana più conosciuta
è quella napoletana». Parola di uno che ce l’ha fatta e che si è riconciliato con le origini. Ma le origini, specialmente ai napoletani di successo, finiscono per stare strette, quasi per causa di forza maggiore. E D’Alessio lo sa: «Sono stato maltrattato dai critici musicali. Hanno cercato di liquidarmi con l’etichetta di cantante popolare. Peggio: neomelodico. Vivono di pregiudizi perché sono nato a Napoli. Se parliamo di nuova melodia, allora siamo tutti neomelodici: io, Carmen Consoli, Claudio Baglioni, persino Pino Daniele… Ma purtroppo nella realtà dei fatti, “neomelodico” significa cantante di quarta serie».
L’amore per Anna Tatangelo
Dopo Sanremo, il cantante lascia la sua città e si trasferisce a Roma: compra una villa nel quartiere dell’Olgiata. Cambia anche vita: esce allo scoperto il legame con la giovanissima collega Anna Tatangelo, ma lui è ufficialmente ancora sposato con la storica ex fidanzatina Carmela Barbato, che gli ha dato tre figli. Claudio. Ilaria e Luca. Scoppia un putiferio, con l’opinione pubblica divisa tra chi tifa comunque per l’amore e chi addossa alla Tatangelo ogni colpa:
«Agli inizi mi hanno dato della sfascia famiglie e della ruba uomini. Tutti sparavano su di me, nonostante sapessero che venivo dopo una relazione già finita»,
racconterà lei. Insieme, Anna e Gigi hanno avuto Andrea, che oggi è un bel bambino dell’età di otto anni. La Tatangelo e D’Alessio non si sono fatti mancare neppure una separazione, sia pure momentanea, una crisi di passaggio che li ha resi più saldi di prima nell’intento di restare insieme. Nel frattempo, D’Alessio è diventato addirittura giovane nonno, ad appena 50 anni, di Noemi, oggi dodicenne, avuta dal figlio Claudio.
la storia di ascese e di cadute Gigi d’Alessio
Non sono mancati i dolori, in una vita che somiglia molto a certe canzoni nate proprio nella sua città natale: ascese e cadute, amori che vanno e che vengono, tutto intenso e sentito. D’Alessio ha perso sia i genitori sia il fratello maggiore, Pietro, per colpa del tumore.
«La vita ogni giorno ti insegna qualcosa e ti toglie qualcosa. Ho trovato tutto nella musica, è stata la mia compagna di vita, mi ha dato tante soddisfazioni. Io sono nato in un quartiere popolare, la musica mi ha salvato».
tratto da Vero
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