Un periodo di grandi soddisfazioni per Virginia Raffaele (39 anni): se la sua partecipazione in veste di ospite nello speciale di Viva RaiPlay! su Raiuno con Fiorello ha saputo conquistare ancora una volta l’affetto del pubblico, la celebre attrice e imitatrice romana festeggia anche il successo al cinema de La famiglia Addams, versione animata in “stop motion” di Conrad Vernon e Greg Tiernan che, uscito nelle sale ad Halloween, prosegue la sua scalata al box office italiano. Nella versione americana è Charlize Theron a prestare la voce all’affascinante e misteriosa Morticia, mentre in quella italiana è la Raffaele, che ha abbracciato con entusiasmo questa nuova avventura professionale insieme ad artisti del calibro di Loredana Berte, Pino Insegno e Raoul Bova. Un tuffo in un mondo surreale a cui lei, in fondo, è abituata, essendo cresciuta in una famiglia di giostrai.
Virginia Raffaele cosa ti ha colpito de La famiglia Addams?
«Oltre alla grafica in “stop motion” e le musiche composte appositamente per il film, questa versione animata è riuscita a trattare temi coni-plessi e attuali senza U retorica e banalità: un modo originale per far arrivare messaggi chiari e diretti, soprattutto ai più giovani».
La bellezza della diversità è uno dei temi trattati dal film…
«Essere differenti è la cosa più rock che possa esserci: è questo il leitmotiv che attraversa La famiglia Addams. Questa famiglia, che ai più appare così insolita, porta con sé un messaggio profondo: per capire gli altri bisogna guardare oltre, cambiare un po’ il nostro punto di vista. Basta conoscere e prendere confidenza con le cose più “strane” per non tenerle più a distanza».
«I social possono generare ansia»
Nel film si parla anche di social network: tu che rapporto hai con loro? Li usi?
«Con i social ho un rapporto complesso: non li amo particolarmente ed è evidente che non li aggiorno spesso. Non nego che, nel nostro lavoro, mettono anche un po’ di ansia. soprattutto se, quando fai qualcosa, vai a leggere i commenti. Inoltre penso che i social abbiano anche tolto qualcosa: per esempio prima i personaggi famosi, nell’immaginario collettivo, erano irraggiungibili. Oggi, invece, hai la possibilità di dire a Lady Gaga “ma che capelli ti hanno fatto?”‘».
Come ti sei calata nei panni dell’affascinante Morticia Addams?
«Per essere così filiforme ho mangiato poco (ride)] In realtà mi ha aiutato il fatto che quando scelgo di imitare alcuni personaggi li immagino un po’ stravaganti e bizzarri… non fatelo sapere a Ornella Vanoni però! A parte gli scherzi, è stata un’avventura professionale fantastica, soprattutto trasmettere delle emozioni soltanto con la propria voce».
Ci sono grandi differenze tra il mondo del doppiaggio e quello della recitazione?
«Le differenze ci sono, eccome: quando si fa doppiaggio, per esempio, ci deve essere una perfetta sincronia tra le immagini e il parlato e l’obiettivo fondamentale. Un’anima e un’intenzione, che ho cercato di tirare fuori tutta l’attorialità che potevo, lavorando tanto sulla dizione: non volevo, per esempio, che si sentisse il mio accento romano. Il mio obiettivo era di dare un colore e una caratterizzazione a Morticia che però non la schiacciasse».
Che rapporto hai con i film horror? Ti piacciono?
«Non riesco a vederli. Sono terrorizzata dal genere horror, mi fanno troppa paura».
Hai dichiarato che sin da bambina è come se fossi stata proiettata in un mondo surreale…
«Proprio cosi! Sono nata in una famiglia di giostrai e quindi ho passato tutta la mia infanzia nei luna park. La fantasia lui giocato un ruolo fondamentale nella mia vita: oggi riuscire a portarla nella realtà è davvero difficile, ma spesso è proprio lei, la fantasia, che ti salva».
Che cosa guardavi in televisione?
«Durante l’infanzia ero affascinata dai cartoni animati.
Con i loro tempi comici, per hanno rappresentato un’ottima palestra e scuola di comicità».
Da Vero
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