Joaquin Phoenix è l’attore del momento. Il suo Joker, infatti, si è portato a casa il Leone d’Oro alla Mostra Cinematografica di Venezia. E mentre i critici già lo danno come super favorito per la prossima edizione degli Oscar, l’artista si è raccontato al nostro settimanale.
«Quanto lavoro, per la sua risata!»
Come ti sei preparato al personaggio di Joker, film che in Italia uscirà il 3 ottobre Joaquin Phoenix ?
«Perdendo un bel po’ di chili. Devo ammettere che la perdita di peso ha influito anche dal punto di vista psicologico. Una volta ottenuta la fisicità giusta per interpretare al meglio questo ruolo, ho lavorato sulla sceneggiatura e mi sono confrontato molto con il regista Todd Phillips. Abbiamo letto insieme un libro su Joker che ho trovato interessante, perché analizzava le sue diverse personalità. Quando ho cominciato a costruire il mio personaggio, ho cercato di non dare a Joker una personalità definita, ma di renderlo poco identificabile. E stato una continua sorpresa anche per me».
La risata di Joker, da sempre, è un elemento che contraddistingue il personaggio. Per prepararla al meglio e ottenere l’effetto che vediamo nel film, ti sei affidato ai consigli di un coach?
«Prima di farmi leggere la sceneggiatura, Todd mi ha spiegato l’effetto che desiderava ottenere dal personaggio che avrei interpretato. Quindi mi ha mostrato alcuni video e mi ha descritto il riso di Joker come un qualcosa di doloroso, come una parte della sua personalità che cerca di emergere. In un primo momento ho cercato di lavorare da solo, invece alla fine ho dovuto chiamare Todd per preparare insieme la famosa risata. Ci è voluto molto tempo per ottenere l’effetto che avevamo in me
La musica è un elemento fondamentale di questo film, la scena in cui balla sulle scale è già diventata un cult.
«La musica scandisce un momento di grande trasformazione, ovvero il momento in cui Arthur comincia a diventare Joker. Volevamo trovare un elemento che potesse esprimere questa trasformazione e l’abbiamo trovato con la musica di Hildur Guònadóttir e anche grazie alla danza».
«In lui c’è molto più del tormento…»
Molti sostengono che tu preferisca interpretare sempre personaggi tormentati,
come Joker Joaquin Phoenix appunto. Confermi?
«In realtà, ho scelto questo ruolo perché a me piaceva molto la luce di Arthur, la sua gioia. Non solo il suo tormento… Mi ha affascinato la sua lotta interiore per cercare la felicità, l’amore, il calore. E la parte che andava sviluppata di più. Non vedo i miei personaggi così tormentati, non li vedo sotto questo punto di vista».
Articolo tratto da Vero
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