Carlo Conti è un capitano attento e premuroso, sempre pronto a dispensare consigli, incoraggiamenti e pacche sulle spalle. 11 suo dream team quest’anno si compone di ben 13 elementi, pronti a sfidarsi, sia pure in modo bonario e divertente, sul palco di Tale e Quale Show. Francesco Pannofìno, Èva Grimaldi, Francesco Monte, Jessica Morlacchi, Lidia Schillaci, David Pratelli, Agostino Penna, Sara Facciolini, Davide De Marinis, Tiziana Rivale, Gigi e Ross e Flora Canto: sono loro i protagonisti di questa nona edizione della trasmissione. Entusiasta e orgoglioso della sua creatura televisiva, Conti si racconta a Vero.
«Non è una gara ma un varietà»
La nona edizione di Tale e Quale Show è ripartita. Carlo Conti, con quali sentimenti sei tornato alla guida del programma?
«Con la gioia e l’entusiasmo di ritrovare la mia meravigliosa giuria composta da Loretta Goggi, Giorgio Panariello e Vincenzo Salemme. Tre straordinari artisti capaci di dare giudizi attenti, ma sempre ironici e divertenti. La nostra non è una gara, ma solo il pretesto per fare varietà. Per questo da loro ascolterete sempre e solo osservazioni bonarie. Nessuna polemica, quindi, e nessun litigio finalizzato ad alzare di mezzo punto lo , share».
Qual è il tuo principale auspicio per questa edizione?
«Mi piacerebbe che fosse “tale e quale” alle altre {ride): un grande show capace di regalare un paio d’ore di spensieratezza a chi è a casa, un programma in grado di riunire tutta la famiglia davanti al televisore».
Anche quest’anno avete messo su un cast variegato.
«Abbiamo tredici grandi protagonisti, non li chiamo mai concorrenti perché non sono tali. Personalità diverse, storie professionali differenti, ma tra loro un comune denominatore: la voglia di mettersi in gioco e divertirsi».
Anche nelle passate edizioni il cast era composto da cantanti, attori, conduttori, imitatori. Quale credi sia l’artista che meglio rende con le vostre performance?
«Penso che alla fine l’arma segreta sia la versatilità. Occorre avere una bella voce, ma non troppo caratterizzata e riconoscibile. Bisogna saperla modulare e adattarla a quella del personaggio che si è chiamati a interpretare. Sono fondamentali, inoltre, i consigli e le tecniche che i nostri coach suggeriscono. Un piccolo tic, una particolare movenza, quel quid in più insomma che è in grado di far decollare una performance. Se penso a tutto quello che ho visto sul palco di Tale e Quale Show in questi anni posso sottolineare con sicurezza ii grande impegno e lo studio costante che ciascuno dei nostri protagonisti ha dimostrato. Vi svelo un piccolo segreto?».
Prego!
«Quando i protagonisti sono sull’ascensore che li porta sul palco, pochi secondi prima dell’esibizione, corro a salutarli, a dargli un ultimo incitamento. Ebbene, in più di un’occasione mi è capitato di trovarli ancora concentratissimi, con le cuffiette nelle orecchie, a ripassare fino all’ultimo secondo utile il brano che devono poi cantare. Prendono sul serio l’impegno e, da grandi professionisti, ci tengono a dare sempre il meglio».
«Molti con noi si sono rilanciati»
Quali sono state le principali soddisfazioni che ti ha regalato il programma in questi anni Carlo Conti?
«E nato come una scommessa, poi, grazie anche a chi lavora dietro le quinte, si è trasformato in un programma di successo. Motivo di gioia è sicuramente pensare che molti personaggi sono stati lanciati, o rilanciati, nelle loro carriere, proprio da qui».
Un’altra novità è prevista per la puntata numero dieci. Vuoi raccontarci di che cosa si tratta?
«Faremo una puntata speciale, uno spin off, in cui la nostra giuria sarà chiamata a dire la sua su esibizioni di cui sarà protagonista la gente comune e non i vip».
Potrebbe essere la premessa di un’intera edizione “nip” di Tale e Quale?
«Non lo so, ciò di cui sono sicuro è che, contrariamente a quello che succede all’estero, non farei mai una versione con i bambini di questo programma. Lo dico da uomo di televisione ma anche da padre: mi piacciono i bambini che fanno i bambini.
ho detto di sì allo Zecchino d’oro, per esempio».
«Amadeus? Farà bene e si divertirà»
Per chiudere, che effetto ti fa pensare ad Amadeus prossimo direttore artistico e padrone di casa del Festival di Sanremo?
«E un amico e sono molto felice che il Festival sia stato affidato a lui. Abbiamo la stessa storia: partiti dalla radio, abbiamo fatto tanta gavetta e condividiamo la passione per la musica. E giusto che gli sia stata data questa prestigiosa opportunità: farà bene, ne sono certo, e si divertirà. Così come è successo a me»,
Articolo Tratto da Vero.
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