E una delle attrici italiane più amate al mondo, simbolo di sensualità e fascino senza tempo. Quando Monica Bellucci arriva in un posto, catalizza tutti gli sguardi. £ così è stato anche all’ultima Mostra del Cinema di Venezia dove, insieme all’ex marito Vincent Cassel, ha presentato la versione integrale del film scandalo del 2002 Irréversible, in cui hanno recitato insieme e in cui lei interpreta una donna vittima di violenza sessuale.
Quali novità ci sono nel nuovo Irréversible?
«La nuova versione è molto forte perché mette maggiormente l’accento sul contrasto tra violenza e poesia, tra bellezza e mostruosità dell’essere umano».
Che cosa ti convinse, allora, ad accettare quel ruolo?
«Ho accettato d’istinto di interpretare Alex e non me ne sono mai pentita, perché è un’opera diretta da un grande maestro (Gaspar Noè, ndr) e che ancora oggi fa discutere».
«Sapevo esattamente come non farmi male»
Come ti sei preparata Monica Bellucci alla scena dello stupro?
«Mi ricordo che prima di girare non avevo voluto vedere nessuno per tutto il giorno. Sentivo il bisogno di isolarmi per trovare la giusta concentrazione. Inoltre avevo anche cercato di capire come dare ■ il massimo senza farmi male. Quindi sapevo esattamente cosa fare».
Se ti rivedi in questo film, cosa pensi?
«D mio sguardo si sofferma sul mio lavoro di attrice e penso a tutte le prove che abbiamo fatto per raggiungere quel preciso obiettivo. E poi guardo questo film nella sua totalità, non pensando solo alle scene più brutali».
Per interpretare un ruolo così ci vuole forza. Tu dove l’hai attinta?
«Penso che esista una parte razionale e un’altra, emozionale, che non è proprio definibile. Isabelle Huppert ha detto che dentro ogni attrice ci sono tante fate che dormono e ogni volta che si accetta un ruolo, una fata si risveglia e prende vita. Ecco, il cinema sveglia le mie fate e mi fa sentire viva».
Lo rifaresti Monica Bellucci?
«Sinceramente non so se Io rifarei. Oggi penserei a come potrebbero reagire le mie figlie (Deva, 15 anni, e Léonie, 9, avute con l’ex Vincent Cassel, ndr) che ormai vanno a scuola, frequentano gli amici, hanno la loro quotidianità. Probabilmente, prima di accettare, ne parlerei con loro».
Pensi che se il film fosse uscito oggi avrebbe scatenato le stesse reazioni?
«Proprio dopo la proiezione a Venezia ho avuto modo di constatare le reazioni. Alcune donne erano toccate nel profondo e mi hanno chiesto perché avessi fatto un film come questo. Devo dire che mi hanno sorpreso, non sapevo cosa rispondere».
Secondo te servono lavori come Irréversible?
«Ben vengano film come questi, che scatenano reazioni, critiche, polemiche e che portano a riflettere e ad aprire dibattiti su un tema scottante come la violenza sessuale».
Ti piacerebbe tornare a recitare in un film più leggero, una commedia per esempi»?
«Certo! In fondo la commedia è un altro modo, non meno importante, per lanciare importanti messaggi».
C’è un ruolo che sogni di fare ancora?
«Sì, ce ne sono tanti. Sicuramente vorrei interpretare personaggi diversi da quelli fatti fino a oggi. Poi mi piacerebbe tornare a lavorare con registi con cui in passato mi sono trovata bene, ma anche con alcuni emergenti che si stanno facendo largo con prodotti molto interessanti. Diciamo che se non provassi più questo desiderio di “altro”, dovrei smettere di recitare».
«Se non c’è passione, meglio smettere»
Qual è secondo te il segreto della tua lunghissima carriera?
«Quando ho visto Meryl Streep a Venezia ho pensato alla passione, che non ha età, che la porta a mettersi sempre in gioco, un film dopo l’altro, a esplorare sempre territori nuovi. Ecco, credo che questo sia un po’ il segreto del nostro lavoro».
Da anni sei reclamata al Festival di Sanremo: ti piacerebbe salire su quel palco, anche solo per una serata?
«Non lo so, il mio lavoro è un altro, sono un’attrice. Lascio fare la conduttrice a chi lo sa fare veramente».
Da anni vivi in Francia…
«Sì, ma non ho mai smesso di sentirmi italiana. Appena mi è possibile torno qui, dove ci sono le mie radici».
Come vanno le cose nella vita privata?
«Sono molto serena grazie alle mie figlie, di cui mi piace occuparmi con amore».
In futuro come ti immagini?
«Come una donna realizzata e appagata
Articolo Tratto da Vero.
Rispondi