Eleganza, stile e senso della moda. Devono sfoderare alla perfezione questi tre assi nella manica le concorrenti in gara a Shopping Night, il fortunato programma portato alla ribalta dalla collaudata coppia Enzo Miccio e Carla Gozzi.
«Le concorrenti sono agguerrite»
A quattro anni di distanza dall’ultima edizione, la trasmissione torna in onda, fino al 7 novembre, il giovedì alle 21.10 su Reai Time. Una sfida all’ultimo capo, quella che si disputa in una notte, ogni puntata, in uno storico grande magazzino di Milano e, da quest’anno, anche nei “labirinti sfavillanti” delle sedi di Roma e Palermo. A Vero Enzo Miccio, strenuo difensore del buon gusto insieme alla sua Carla, ha commentato il ritorno di Shopping Night, tra lustrini e paillettes, e ci ha dato qualche dritta sul guardaroba.
Differenze con il passato Enzo Miccio?
«Abbiamo trovato concorrenti ancora più agguerrite e forse pure più preparate rispetto alle scorse edizioni. I casting sono stati molto rigidi. Abbiamo incontrato gente che “masticava” moda. A me e a Carla mancavano le notti in Rinascente… Ma quanta fatica! Le ho detto: “Cara Carla, iniziamo a invecchiare. È una bella tirata da mezzanotte alle otto del mattino! È divertente, ma è anche dura!”. Però ci siamo fatti grandi risate. È probabilmente questo il segreto che, da dodici anni, ci porta a fare insieme programmi di successo, da Ma come ti vesti?! a Shopping Night, appunto».
Altre novità sono le puntate al maschile e le ospiti influencer…
«E un’edizione molto social. C’è anche un momento dedicato agli scatti, con tanto di outfìt e posa simpatica, ironica, divertente o misteriosa, a seconda dei temi. Vengono date anche indicazioni per giovani e meno giovani, perché ormai sono tutti connessi, a tutte le età».
Qualche anno fa alcune giornaliste di Vogue America si erano scagliate contro le fashion blogger, a cui avevano rivolto un messaggio piuttosto forte: “Trovatevi un altro lavoro. State dichiarando la morte dello stile”. Che ne pensi?
«Da tempo esistono personalità considerate icone di stile e che hanno dettato tendenza quando ancora non c’erano i social. Ora, in un mondo in cui tutto è diventato veloce, accanto a queste sono comparse belle ragazze e bei ragazzi che vengono usati dalle grandi case di moda e gioielleria come testimonial. Vanno distinte le due figure. Un conto è avere un proprio guardaroba e usare la propria creatività per lanciare uno stile e diventare un’icona, un altro è indossare, con più o meno grazia, una serie di outfìt che un centinaio di grandi firme distribuiscono in giro. Ora un bel ragazzo o una bella ragazza può anche non sapere nulla di moda, ma facendo parte di un buon entourage e con una bella faccina può mascherare tutto questo e diventare influencer. Non mi voglio schierare né da una parte né dall’altra. Noto, in generale, molta confusione sull’argomento. Basta semplicemente sapere di cosa si sta parlando».
I peggiori scivoloni nei look?
«Uno degli errori che dobbiamo evitare è scegliere un outfìt che non ci appartiene e non ci fa sentire a nostro agio. Un altro è legato alla vestibilità di quello che si indossa. Ci sono abiti bellissimi, firmati e costosi, ma che poi indossati non assolvono il loro compito. Un abito deve rendere una donna più elegante, più sensuale… tutta “un più”! Viceversa, se segna solo dei “meno”, è un insuccesso. Certo, se in giro si osservassero almeno questi due principi, io sarei già disoccupato!».
«Essere felici e sereni nel proprio abito»
Di recente, su Twitter, dove ti presenti come “paladino del buon gusto”, hai espresso la tua approvazione per l’abito sfoggiato dalla neo ministra Teresa Bellanova alla cerimonia di giuramento del nuovo Governo. Abito per il quale era finita nel mirino e pubblicamente criticata da più parti…
«La chiave del successo del ministro è stata proprio il fatto che lei era perfettamente, meravigliosamente a suo agio dentro il suo abito blu elettrico, colore di cui, peraltro, sono un amante. Non era
per nulla impacciata. Aveva un sorriso raggiante, era felice, era contenta! Ragazze, bisogna cercare uno stile e indossarlo con disinvoltura! Teresa Bellanova l’ha fatto. Brava! Non so nulla di lei né di politica in generale, ma la ministra mi ha fatto simpatia. E non ho potuto fare a meno di fare una similitudine personale…».
Chi ti ha ricordato?
«Con le dovute proporzioni, il ministro mi ha riportato un po’ alla mente Eugenia di York, la figlia di Sarah Ferguson, da sempre considerata la sorellastra di Cenerentola, “la più brutta del reame”. Ma con quel faccino, quel sorriso, quello sguardo radioso che aveva il giorno del matrimonio, Eugenie si è davvero “messa in tasca” Meghan, Kate e tutte quante! Indossava un abito giusto, misurato, con un bel diade-mone sulla testa. Oltretutto, contrariamente alle altre. Eugenie sì che ha sangue blu. La vera principessa è lei!».
Articolo tratto da Vero
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