In un periodo di L grandi festeggiamenti a casa di Amadeus. Il simpatico conduttore dei soliti ignoti, appena pochi giorni fa, ha sposalato con un’intima cerimonia religiosa (a distanza di dieci anni da quella celebrata con rito civile) la showgirl Giovanna Civitillo. Una festa che è arrivata poco dopo quella altrettanto emozionante per la laurea di sua figlia Alice, diventata di recente dottoressa in Fashion Business. Ma dato che non c’è due senza tre… un terzo festeggiamento potrebbe arrivare presto qualora, come peraltro tutto lascia intuire, la Rai decidesse di affidare proprio a lui la conduzione della settantesima edizione del Festival di Sanremo.
«Una scommessa vincente»
Amadeus sei reduce da una stagione televisiva fortunata. Tra i tuoi successi c’è stato Ora o mai più, lo show canoro di Raiuno che ha appassionato il pubblico.
«È stata una bellissima scommessa, un esperimento riuscito e vincente. Quando me lo propose per la prima volta Angelo Teodoli (ex direttore di Raiuno, ndr) avevo capito subito che si trattava di una grande idea. Sinceramente, però, non ci aspettavamo risultati cosi importanti, anche sul fronte del seguito social. Ora o mai più, infatti, ha conquistato pure il pubblico più giovane: davvero una bella soddisfazione. Oltre ai cantanti in gara, anche i nostri giudici sono stati apprezzatissimi. Si tratta di grandi nomi della storia della nostra musica leggera e loro stessi ci tenevano a vincere, volevano che il loro concorrente facesse bella figura».
Credi che questa trasmissione riesca davvero a dare una seconda chance alle carriere degli artisti che vi hanno partecipato? Che cosa succede dopo lo show?
«Moltissimi di loro hanno sottolineato come proprio grazie a Ora o mai più siano tornati a fare serate, eventi e ospitate televisive. La gente ha ricominciato a riconoscerli per strada e a chiedere loro autografi. Discograficamente il discorso è diverso. Se le radio non trasmettono gli inediti di questi cantanti è ovvio che non possa esserci una rinascita da questo punto di vista. Già il rilancio d’immagine, però, è un importante passo in avanti».
A proposito di musica, da settimane il tuo nome
Amadeus sembra essere il più accreditato per la conduzione del prossimo Festival di Sanremo. Che effetto ti fa?
«Sì, l’ho letto anch’io (ride). Sanremo è un evento importantissimo e bellissimo. Chi dice di non amarlo non è di questa terra. Per il momento, però, io non ci penso. Il gradimento nei miei confronti espresso da tanta gente ovviamente mi lusinga, ma spetta solo alla Rai decidere».
Nel caso in cui scegliessero dav vero te per Sanremo 70, ti sentiresti pronto?
«Beh, se non sono pronto a 56 anni… ora o mai più (ride)\ Dovessero chiedermelo sarei pronto. Così come lo sarei l’anno prossimo o tra due anni».
«Non ci penso, sono scaramantico»
Un’idea che ti frulla per la testa nell’eventualità di condurre il Festival?
«Chiaramente non ci ho pensato. Dovrebbe essere un evento nell’evento visto che ricorre il settantesimo anniversario. Inutile però riflettere su delle idee, visto che non mi è arrivata nessuna chiamata. Non ci penso anche per scaramanzia».
Che effetto ti ha fatto il gradimento espresso nei tuoi confronti anche da
molti tuoi colleghi, Fiorello in primis, per un’eventuale tua incoronazione alla guida di Sanremo?
«Fiore è un fratello per me. Mi hanno fatto molto piacere le sue parole, così come quelle espresse da altri amici. Io ribadisco, continuo a non pensare a questa cosa. Come dice sempre il grande Trapattoni: “Non dire gatto, se non ce i’hai nel sacco”. Quello che sarà, sarà… Se non dovesse essere, farò comunque il tifo per chi avrà la responsabilità di guidare la settantesima edizione del Festival della canzone italiana di Sanremo. E lo seguirò da casa con affetto, così come faccio sin da quando ero bambino. Mi aspetta comunque una stagione televisiva piena di impegni straordinari e, di conseguenza, non avrei nulla di che lamentarmi».
Per chiudere, ti va di condividere con noi le emozioni provate pochi giorni fa quando tua figlia Alice si è laureata con il massimo dei voti?
«È talmente brava che stento a credere sia davvero figlia mia (ride)! Io, infatti, mi sono diplomato con 36 sessantesimi e con la precisa speranza di non fare il geometra. Scherzi a parte, sono felicissimo, sono un papà davvero orgoglioso».
Anche il tuo secondogenito è un secchione a scuola?
«È in quell’età in cui la sua principale passione è giocare a pallone. In questo somiglia al papà!».
Rispondi