Maria Grazia Cucinotta, in un anno pieno di ricorrenze importanti per la sua vita privata e per quella professionale. Di recente, per l’ottava volta consecutiva. l’attrice siciliana è stata madrina del MareFestival – Premio Traisi, che si è tenuto dal 8 al 14 luglio tra Messina e Salina. Sull’isola, venticinque anni fa, fu girato il celebre film II Postino di e con Massimo Traisi e la stessa Cucinotta.
«Persone come lui diventano icone»
Troisi ha segnato una svolta nella tua carriera. Può essere considerato l’uomo che ti ha cambiato la vita?
«Sì. Quello che è successo in seguito (Troisi è mancato se, nel giugno del 1994, ndr) ha rappresentato una grande lezione esistenziale. Ti rendi conto che tutto finisce e in un attimo la vita non ti appartiene. non è qualcosa che decidi tu. Questo mi ha scioccato, ma. allo stesso tempo, mi ha sempre fatto rimanere coi piedi per terra. Nulla dura in eterno, è vero. Però resta quello che di bene e di bello fai. Massimo ha fatto del bene a tante persone e questo c’è, si respira. Ecco perché è ancora molto amato. Persone come lui non vanno mai via, diventano icone».
Maria Grazia Cucinotta Il 14 luglio tua mamma ha compiuto 90 anni. Che effetto ti ha fatto?
«Mia mamma ha avuto tardi noi figli (in tutto quattro, ndr). Cinquantanni fa c’era l’idea che genitori come lei erano destinati a non goderseli. i figli. A scuola o in altre situazioni mi dicevano sempre: “È venuta a prenderti tua nonna!”. Ti viene l’ansia, pensi che i tuoi se ne andranno via presto. Papà è andato via cinque anni fa (nel 2014, a 91 anni, ndr). Ho ancora la fortuna di godermi mia mamma».
Che cosa hai imparato di più da lei?
«Mia mamma è una donna molto tenace. Per quanto abbia i suoi acciacchi – tempo fa si è rotta il femore, come spesso, del resto, accade agli anziani – appena si è rimessa, ha continuato a essere “la mamma”. E non ha intenzione di diventare “la piccola” di nessuno! È una donna tosta, ha insegnato a noi figli che la forza di volontà vale tutto. A 43 anni, quando è nata un’altra mia sorella, mia madre, che aveva la quinta elementare, si è presa la patente di guida. Cosi poteva portarci al mare. Voleva essere indi-pendente, voleva dimostrare che una donna ce la fa lo stesso a prescindere dall’età».
Il 27 luglio festeggi 51 anni. Sei sempre dell’idea che sia il momento di maggiore splendore per una donna?
«L’età non esiste, è uno stato mentale. È un’altra cosa che ho imparato da mia madre. Noi donne abbiamo una potenza pazzesca, ma a volte cc lo scordiamo. Quando ci innamoriamo viviamo la vita degli altri e ci dimentichiamo di noi stesse. Certi uomini ci fanno sentire un oggetto da rot-‘ tamare, mentre intorno ci sono quelle più giovani… Noi, donne innamorate, finiamo col crederci, pensiamo di essere finite. Non mi stan-
gari hanno accanto la persona sbagliata che le fa sentire “da rottamare”: “Ragazze, rottamate i pregiudizi, non voi stesse”. Bisogna essere un po’ più egoiste, amarci un po’ di più, curarci sempre, ma mai e poi mai sentirsi inferiori a qualcuno. Io non sono mai stata più vitale di adesso! Una donna, a 50 anni, è molto più forte di quanto non fosse a 20. Hai maggior conoscenza della vita, nessuno ti può raccontare più cavoiate».
Maria Grazia Cucinotta Il tuo matrimonio con Giulio Violati, produttore, di due anni più grande di te, va avanti da metà degli anni Novanta. Come si è evoluto il rapporto?
«Adesso, dopo venticinque anni vissuti insieme, siamo coscienti che insieme stiamo bene. Ora è una scelta. La cosa più facile, oggi, è salutarsi dopo pochi anni. Siamo tutti indipendenti, nessuno ci obbliga a stare l’uno con l’altro. Costruire è più difficile, sopportarsi non è facile…».
Un tuo difetto?
«Sono una grande rompiscatole, ma è vero pure chesono una che vive e lascia vivere. Non impongo mai il mio volere. Se non ti va di | fare qualcosa non farlo, ma non impedire a me di farlo
Articolo Tratto da Vero
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