Francesco Totti ha lasciato il suo primo grande amore: la Roma. L’ex calciatore, per anni capitano e bandiera della squadra giallorossa, per i tifosi “l’ottavo re di Roma”, ha detto addio (o forse solo arrivederci?) alla squadra in cui ha militato sin da bambino, prima come calciatore, poi come dirigente. Una scelta sofferta e dolorosa per lui che nel privato può fortunatamente contare sull’amore della moglie Ilary Blasi e dei suoi tre figli: Cristian, Chanel e Isabel. Totti ha raccontato le ragioni che l’hanno portato alla decisione più difficile in un’affollatissima conferenza stampa tenutasi nella sede del Coni (il Comitato olimpico italiano) una manciata di giorni fa.
«Mi hanno tenuto fuori da tutto»
Francesco Totti, hai mai pensato “chi me l’ha fatto fare’’1?
«No, mai. Ho messo la Roma, la squadra in cui ho giocato, davanti a tutto. Rappresenta la mia seconda casa, se non la prima. Questa scelta è stata davvero difficilissima: ho sempre voluto portare ad alti livelli la società per cui ho a lungo lavorato e i suoi colori».
Di chi è la responsabilità di quanto accaduto?
«Non mia. Non ho mai avuto la possibilità di esprimermi come dirigente. Non mi hanno mai coinvolto nel progetto tecnico. Il primo anno ci poteva stare, il secondo avevo capito cosa fare e non ci siamo mai trovati. La società conosceva le mie intenzioni, la mia voglia di dare, ma non hanno mai voluto ascoltarle. Mi hanno tenuto fuori da tutto».
Che cosa ti senti di dire ai tifosi che sono rimasti sconvolti dopo il tuo annuncio?
«Alla gente devo solo dire grazie per come mi ha sempre trattato. C’è stato reciproco rispetto sia in campo sia fuori. Li invito a continuare a tifare per la squadra in cui ho giocato in tutti questi anni. Perché, per me, resta la migliore del mondo. Vederla in difficoltà mi rattrista. 1 tifosi romanisti sono diversi dagli altri, l’amore che provano per questa squadra è talmente grande che non potrà mai finire. Io continuerò sempre a tifare per la Roma».
E un addio o un arrivederci?
«Come Francesco posso dire che è impossibile vedere Totti fuori dalla Roma. Da romanista non penso che possa succedere. Ma prenderò altre strade, al momento in cui un’altra squadra punterà forte su di me».
Che cosa farai ora?
«Sto valutando le offerte che ho sul piatto e quella che mi farà stare meglio la accetterò col cuore dando sempre il massimo. E se prenderò una decisione sarà definitiva. Ma non c’è un colpevole. È stato fatto un percorso, non è stato rispettato e alla fine ho preso questa decisione».
«Andrò in curva Sud con la parrucca»
Pensi che il prossimo anno andrai allo stadio Francesco Totti?
«Per alcune partite sì, anche perché, lo ribadisco, sono sempre un tifoso della Roma. Potrei anche andare in curva Sud. Mi metto una parrucca (ride). Anzi, lo sapete che cosa faccio? Prendo Daniele (De Rossi, ndr) e insieme andiamo tra i tifosi, sempre che non vada a giocare da un’altra parte».
Anche lui, attuale capitano giallorosso, è sul mercato. Ti hanno chiesto un parere?
«Io non ci ho messo bocca e mi tiro fuori da questa storia. Già da settembre ho detto ad alcuni dirigenti che, se pensavano che questo sarebbe stato l’ultimo anno di De Rossi, glielo avrebbero dovuto dire subito. Non an- » dava fatto quello che hanno fatto con me. Daniele è il capitano della Roma, una bandiera, va rispettato».
In questa opera di “deromanizzazione” della squadra ti fa più male essere stato considerato una zavorra a fine carriera o ii fatto che non abbiano creduto nelle tue potenzialità da dirigente?
«Entrambe le cose. Sono stato un peso per questa società. Mi hanno detto che sono un personaggio troppo ingombrante».
Oggi sei libero da un contratto, non da una fede.
«La fede non si cambia. La fede viene prima di tutto. Rispetto al cento per cento la tifoseria perché rimarrà sempre il mio popolo: nessuno me l’ha tolto e nessuno me lo toglierà».
Sei molto legato alla città di Roma, Francesco Totti nonostante i suoi problemi.
«E vero, qui ci sono i problemi, ma anche tante cose positive. E questa la verità. Le cose più belle sono la città, il mare, il sole e i nostri tifosi. Loro sono i più belli di tutti».
Articolo tratto da Vero
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