Ambasciatrice della bellezza italiana nel mondo, icona di stile, classe ed eleganza. Omelia Muti rappresenta un’eccellenza del mondo della settima arte nostrana, capace di diventare, grazie alle sue straordinarie • qualità artistiche, modello ineguagliabile di professionalità e talento. Per la potenza emotiva e la profonda sensibilità delle sue indimenticabili interpretazioni, la poliedrica attrice romana è stata omaggiata nel corso dell’ultima edizione de Le Giornate del Cinema della Basilicata – Premio Maratea 2017, dove, con la disponibilità che l’ha sempre contraddistinta, ha tracciato un bilancio del suo percorso umano e professionale.
Hai lavorato con registi come Dino Risi, Mario Monicelli e tanti altri. Ce n’è uno al quale sei particolarmente legata o un film in cui ami rivederti Ornella Muti?
«Confesso che preferisco non rivedermi nei miei film, è qualcosa che evito ‘accuratamente. Però ho tanti ricordi, dal momento che ho cominciato a recitare da giovanissima, e così penso a Ugo Tognazzi e a un regista come Mario Monicelli. In questo momento, però, mi piacerebbe ricordare Paolo Villaggio: una persona meravigliosa, un uomo molto intelligente, ironico e spiritoso. Non è un caso che quelli che hanno lavorato insieme con lui, me compresa, ne parlino bene».
Lavorare con Alien è stato un sogno»
Hai recitato in un carneo nel film To Rome with love, diretto da Woody Alien. Quale ricordo conservi di quell’esperienza?
«È sempre stato un mio grande desiderio incontrare Woody Alien, ho amato tantissimo la modernità del suo stile di regia e i suoi film, per cui, anche se si è trattato di un piccolissimo carneo, è un ricordo che resterà per sempre nel cuore».
Che cosa ti entusiasma del cinema di oggi? C’è qualche giovane attore o regista che ti piace più di altri?
«Mi mette sempre in difficoltà citare un nome piuttosto che un altro. Posso dire, però, che in questo momento c’è un grande fermento tra le nuove generazioni».
«Non ci sono più ifilm di una volta»
In passato hai dichiarato che non ci sono più i produttori cinematografici coraggiosi di una volta. Per quale motivo?
«Lo confermo. E una cosa che ho dichiarato perché una volta un produttore rischiava di suo: il film per lui era come avere un figlio, veniva sul set e controllava che tutto andasse bene. Oggi i film non vengono più realizzati in questo modo e di conseguenza non c’è più un prodotto cinematografico puro, sono tutti un po’ “inquinati” dalla televisione. Probabilmente non c’è più la forza economica per fare quel genere di film, così liberi e creativi. Mi rivolgo allora al pubblico: andate al cinema a vedere i film “veri”».
Quanto conta per te la spiritualità?
«Ritengo che la spiritualità sia importante, come del resto è importante stare bene con se stessi in questo mondo folle. E allora, quando si è in equilibrio, lo si è anche nel mondo del lavoro. Ma la prima cosa da fare è essere in armonia con se stessi nel privato. In questa epoca siamo molto concisi, è difficile stare bene… Però bisogna provarci».
Ti piacciono i social network o preferisci le amicizie “reali” Ornella Muti?
«Spero che tutti siano per le amicizie “reali”, altrimenti sarebbe difficile vivere. I giovani, però, si stanno cimentando con una nuova realtà e poi imparano un sacco di cose su Internet. I social sono un mondo moderno, nascosto, che può essere divertente e che io seguo, anche se poi tutto quello che gli gira intorno mi spaventa molto perché ci sono anche persone che vivono in funzione di quello ed è malsano, dal mio punto di vista».
Quali sono i tuoi progetti futuri Ornella Muti?
■ «Prossimamente andrà in onda (su Raiuno, rtdr) una serie che s’intitolerà Sirene’».
Oggi c’è qualcuno con cui ti piacerebbe lavorare?
«Sono tante le persone con cui vorrei collaborare. Nel nostro mestiere l’importante è trovare l’alchimia con chi condivide il tuo percorso. Nel cinema ci devono essere il cuore e l’anima, se mancano diventa tutto più difficile per chiunque».
Intervista a Ornella Muti tratta da Vero.
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