Quando si sogna qualcuno che muore, dicono, non bisogna avere paura, anzi: secondo la credenza are, si è appena allungata la vita a quella persona. Chissà se qualcosa di simile varrà anche per quello che è successo alla regina Elisabetta. Il celebre quotidiano inglese The Guardian, infatti, ha pubblicato una copia della delicatissima “Operazione London Bridge”, uno dei più scottanti dossier segreti e finora meglio custoditi lungo le rive del Tamigi. Il motivo? In esso è racchiusa la complessa procedura che dovrebbe essere messa in atto successivamente alla scomparsa della sovrana, adesso venuta allo scoperto.
Con buona pace dei superstiziosi, la regina, che compirà 91 anni il 21 aprile, fa ancora lunghe passeggiate a cavallo e sembra avere superato al meglio l’influenza che lo scorso Natale l’ha costretta a non uscire per due settimane dagli appartamenti reali di Sandring-ham, nella campagna inglese.
Coinvolti ben 36 diversi Paesi
Inoltre, per le teste coronate britanniche, la pianificazione delle esequie è una prassi consolidata: dall’epoca della regina Vittoria, ossessionata dai minimi particolari di un simile rituale, i monarchi sono sempre stati consultati sul cerimoniale previsto per la loro scomparsa.
Vediamo dunque alcuni dettagli dell’Operazione London Bridge. Chi ha stilato il programma ha previsto, innanzitutto, che la regina muoia dopo una breve malattia. Il suo medico personale, il professor Huw Thomas, avrà il controllo dell’accesso alla stanza della sovrana e sarà lui a scrivere i comunicati e a tenere i contanti con l’esterno. Sir Christopher Geidt, segretario privato di Elisabetta, dovrebbe contattare il primo ministro, attualmente Theresa May, per informar-
lo in qualsiasi momento, anche a notte fonda. In seguito, da un luogo ancora top secret ma sempre a Londra, dove ha sede il Foreign office global response centre, partiranno le telefonate ai 15 governi dei Paesi di cui
Queen Elizabeth è Capo di Stato e degli altri 36 Paesi del Commonwealth.
La frase in codice, che sarà comunicata attraverso linee telefoniche sicure, sarà “London Bridge is down”, “il Ponte di Londra è caduto”.
Attraverso un altro canale protetto sarà contattata la Bbc. la storica emittente britannica, che interromperà le trasmissioni e le riprenderà con la frase “This is thè Bbc from London”, quella che da sempre è associata a un’emergenza nazionale. Perché tutto fili liscio, tecnici e giornalisti provano un paio di volte l’anno la procedura. Anche le radio commerciali saranno avvisate da un preciso segnale: dj e speaker sanno che quando vedranno accendersi una luce blu sulla consolle dovranno passare la linea alle news, e trasmettere nel frattempo musica “inoffensiva”.
Per le Tv è “Mrs. Robinson”
Le Tv provano da tempo la loro capacità di reazione e si allenano in simulazioni nelle quali Elisabetta è chiamata Mrs. Robinson. Nei cassetti della redazione del Times sarebbero già pronte le pagine da pubblicare negli undici giorni successivi l’annuncio della scomparsa. A seconda del luogo nel qua-
le potrebbe trovarsi la regina al momento del decesso, sono previsti diversi scenari. Se accadesse in Scozia, il suo corpo sarebbe portato a Londra in treno; se fosse all’estero, un aereo della Rovai Flight partirebbe all’istante. Tutto è già stabilito anche per il principe Charles, che diventerà subito re Carlo III: i figli dovranno baciargli la mano in segno di obbedienza e, poche ore dopo l’investitura, il nuovo sovrano pronuncerà il suo primo discorso alla nazione. Sempre in base ai codici, i giorni del triste evento avranno una sigla: e cosi via. Il funerale si terrà dall’abbazia di Westminster, con duemila invitati scelti fra re, regine, principi, principesse, capi di Stato e di governo provenienti da ogni parte del mondo. E tutto il Regno saluterà per l’ultima volta l’amata regina.
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