Rita dalla Chiesa con la sua amica Fiordaliso ha condiviso, in questi ultimi anni, tanti momenti da ricordare. Ultimo in ordine di tempo un libro di fiabe per bambini, scritto a quattro mani: Il cacciatore di stelle (Melampo edizioni). Rita Dalla Chiesa, entusiasta per questa nuova avventura con cui si è cimentata. ci spiega che questa fatica letteraria è dedicata proprio ai loro due tesori: Lorenzo, nipote di Rita, che ha 9 anni, e Rebecca Luna, nipote di Marina, che ne ha 5. Nonna Rita si racconta a tutto tondo al nostro settimanale tra gioie familiari, progetti professionali e favole…d’amore.
Com’è nata l’idea di questo libro?
«E stata Fiordaliso a convincermi a misurarmi con questa bella avventura. In molte occasioni, in passato, mi avevano chiesto di scrivere un libro, ma ho sempre detto no. Stavolta, però, era diverso. Sì, perché lì cacciatore di stelle è un progetto che io ho pensato e dedicato a mio nipote Lorenzo e Marina alla sua nipotina Rebecca Luna».
Quand’era più piccolo raccontavi fiabe a Lorenzo?
«Sempre. Ci mettevamo sul dondolo della mia casa al mare e insieme amavamo viaggiare con la fantasia. I racconti e i libri, d’altra parte, gli sono sempre piaciuti. Spesso, il pomeriggio, sin da quando è piccolo, lo trascorriamo in libreria. Lorenzo non sapeva ancora leggere, però si sedera a terra. tirava fuori dagli scaffali i libri che piy,lo incuriosivano e poi sceglieva il suo preferito».
«Mio nipote era molto felice»
Rita dalla Chiesa che amica è per te Marina?
«Siamo due donne diversissime e, forse proprio per questo motivo, siamo così complici e unite. Lei è «una gran sportiva e passa ore e ore in palestra, io, invece, una pigra cronica che prende l’auto anche per fare poche centinaia di metri. Di lei mi diverte tutto e ci prendiamo spesso in giro. Quando una è un po’ giù, l’altra è pronta a sostenerla e a migliorarle subito l’umore».
Come ha reagito tuo nipotino quando gli hai detto che avresti scritto un libro di favole?
«Era davvero molto felice. Quando gliene ho letta qualcuna in anteprima, ha contribuito a costruirne il finale. Ho scritto questi racconti esattamente con questa finalità. Mi piaceva l’idea che anche i bambini di oggi, che usano le nuove tecnologie meglio di noi e che passano ore e ore davanti al tablet, potessero conoscere, vivere e apprezzare la magia delle fiabe. E far tesoro degli insegnamenti. Valori che certo un tablet, anche il più sofisticato e avanzato, non può trasmettere».
In quale Italia ti piacerebbe crescesse il tuo Lorenzo?
«Non in quella delle favole, perché questo è un Paese in cui ce ne hanno raccontate fin troppe. Vorrei che crescesse e si formasse in un’Italia in cui ci fosse giustizia e rispetto per tutti gli esseri umani. Mio nipote, fortunatamente, è già un piccolo uomo profondamente sensibile, nel suo vocabolario e nelle sue azioni quotidiane non trova spazio la parola pregiudizio. Giustizia e rispetto sono i mattoni su cui puoi costruire. Con il pregiudizio, invece, si distrugge e basta. Rischiamo di lasciare alle nuove generazioni un Paese piegato da un disastro collettivo. Non lo meritano».
Rita dalla Chiesa ti è mai capitato di raccontarti favole?
«Tante volte, troppe (rìde). Soprattutto in amore. Sugli uomini me ne sono raccontate parecchie. E sono finite, purtroppo, sempre senza lieto fine. Non mi sono mai arresa, però, né ho smesso di sognare. Attendo ancora il romantico arrivo di un fascinoso pescatore che mi porti con lui su di un’isola deserta. Così da vivere insieme all’insegna di amore, musica e mare».
Le festività di fine anno sono ormai alle porte, come le trascorrerai? Con la tua famiglia Rita dalla Chiesa?
«La nostra Vigilia di Natale è all’insegna della Puglia e dei suoi sapori. Mio genero, infatti, è pugliese e sua mamma è una cuoca provetta. Siamo davvero in tanti e a mezzanotte usciamo tutti in giardino per mettere il bambinello nella mangiatoia del presepe. Lo stesso faccio quando, in nottata, tomo a casa mia. Ho un presepe con delle statue siciliane a cui sono legatissima. È un momento magico e intimo, per me: con la sola compagnia dei miei cani, metto Gesù bambino nel presepe e recito una preghiera. Il giorno di Natale, invece, come da tradizione ormai, io e la mia famiglia andiamo a casa di una coppia di miei amici. Si tratta di due uomini che si amano da quarant’anni. Un esempio di amore puro, forte e duraturo, ecco perché rappresentano davvero un esempio. Loro stanno insieme da quarant’anni… Io non sono mai riuscita a stare con un uomo neppure per vent’anni (ride)».
«È una realtà bella e importante»
Quali doni speri di ricevere dal 2017?
«Sul fronte sentimentale, aspetto l’arrivo di un uomo che somigli al pescatore della favola. Sul fronte professionale, molto probabilmente chiuderò a breve un contratto con Telenorba che mi vedrà impegnata sia in radio che in Tv. E una realtà bella e importante, guidata da una famiglia, i Montrone, che stimo molto. In più, spero sempre che Mediaset, che continuo a considerare la mia casa, si ricordi di me. di una risorsa che lav ora con loro da una vita. Negli ultimi tempi, tra l’altro, sono spesso ospite del Tg4 e di Mattino Cinque. Sono innamorata del mio voro».
Intervista tratta da Vero.
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