Ha conosciuto la forma più alta e intima di amore, quella capace di farti capire il significato più profondo della vita, da quando è mamma della piccola Alice, che tra pochi giorni compirà due anni. Mentre la bambina era ancora nel suo grembo e mancava appena un mese al parto, Bianca Guaccero ha girato il cortometraggio Tu non c’eri, scritto da Erri De Luca e diretto da Cosimo Damiano Damato, in cui la bella attrice pugliese recita al fianco di un inedito Piero Pelù e Brenno Placido. Tu non c ’eri sarà disponibile in dvd in libreria dal 4 dicembre. È la stessa Bianca a parlarcene.
«Ero all’ ottavo mese di gravidanza»
Bianca Guaccero che esperienza rappresenta questo “corto”?
«È un grande onore prendere parte a questo progetto che nasce da uno scritto di un autore immenso come Erri De Luca. E un’occasione importantissima. Ho condiviso il set con Piero, che conoscevo per le sue straordinarie doti artistiche e musicali, ma che ho avuto modo di apprezzare e stimare anche come persona. Ecco perché questo cortometraggio mi ha arricchita molto a livello umano. E poi sono rimasta piacevolmente impressionata da Brenno, che, nonostante la giovane età, è un ragazzo davvero maturo e profondo. Quei pochi giorni di riprese, insomma, sono stati una sorta di magia: merito della bella atmosfera sul set».
Bianca Guaccero è vero che Pelù ti ha aiutato a scegliere il nome della tua bimba?
«Sul set ci siamo raccontati tanto di noi. Io ero alle prese con gli ultimi dubbi da sciogliere sul nome da dare a mia figlia. E lui, che di figlie femmine ne ha addirittura tre, mi ha detto che la sua ultimogenita si chiama Zoe. Ironia della sorte, quello era proprio uno dei nomi che piaceva di più a mio marito. Se solo avesse saputo che anche Piero lo aveva scelto per sua figlia non avrei avuto scampo (ride). Alla fine, invece, a “vincere” è stato il nome Alice».
Che cosa puoi dirci del tuo personaggio in questo film?
«Il mio ruolo è quello di una donna incinta che il protagonista incontra, per caso, in una baita di montagna.
All’epoca, tra l’altro, ero davvero incinta, all’ottavo mese di gravidanza».
Bianca Guaccero è stato difficile recitare all’ottavo mese di gravidanza?
«No, al contrario, è stato fantastico. Questo perché mai come allora mi sentivo donna. Ero piena di vita, avevo dentro di me una carica eccezionale. Anzi, vi dirò di più: quasi quasi spero di ripetere presto quest’esperienza! Sono la dimostrazione che si può lavorare anche fino al nono mese di gravidanza».
«Ho scoperto il senso delia vita»
Bianca Guaccero si dice che la maternità, specialmente la prima, cambi radicalmente la vita di una donna. È successo anche a te?
«Voglio essere una mamma presente per mia figlia e, come capita a tutte le donne che lavorano, non è semplicissimo conciliare e incastrare gli impegni professionali con quelli, meravigliosi, di genitore. Però ho capito una cosa: tutto quello che ci ruota attorno, arriva e può andare via e dissolversi, mentre la vera ricchezza della nostra vita sono proprio i figli. Non lo dico per retorica, ne sono convinta davvero. Avere un bambino ti fa comprendere il senso, quello più profondo e vero della vita. È gioia pura, è un amore nuovo, che finora non avevo ancora sperimentato. Tutto il resto è relativo e passa chiaramente in secondo piano».
Bianca Guaccero tuo marito, il regista Dario Acocella, ti dà una mano in casa con la piccola Alice?
«Sì, Dario mi aiuta tanto. E un uomo dalla grande sensibilità, quasi un “mammo”, direi {ride). Anzi, spesso e volentieri è molto più paziente della sottoscritta!».
Bianca Guaccero ma tra i due chi è il genitore più esigente?
«L’ingrato compito di vestire i panni del genitore più
severo, di quello che dà le regole, spetta a me. purtroppo. Lui, invece, è il genitore del gioco, quello che asseconda in tutto e per tutto la nostra Alice. Insomma. tocca a me il molo della “cattiva”, ma non me ne rammarico troppo».
È un ruolo che hai “ereditato” dai tuoi?
«Si. i miei genitori mi hanno insegnato il rispetto delle regole e di determinati valori. Ovviamente all’epoca non ero affatto felice quando papà mi imponeva un certo orario per rientrare a casa. Oggi, però, che sono adulta e per di più mamma, lo capisco e lo ringrazio. Di più: sono convinta che sia stata la mia salvezza.”
Intervista a Bianca Guaccero da Vero.
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