E ora questa bella intervista che l’avvocato Cataldo Calabretta intervistatore di politici giornalisti scienziati e i medici e che questa settimana ha incontrato il sociologo romano Pino Nazio. Giornalista scrittore, sociologo, autore televisivo, docente universitario, promotore di campagne sociali e culturali e inviato di chi l’ha visto e per otto anni direttore del canale satellitare delle corse dei cavalli unire tv , Pino Nazio è sicuramente un personaggio poliedrico. Una caratteristica che troviamo anche nella vita privata: tre matrimoni finiti, dopo i quali è arrivato un figlio dall’ultima compagna.
Un filosofo ha detto “siete sposi, se non lo fai, che diventerà lo stesso”. Lei lo ha fatto più volte dopo tre divorzi viene quasi spontaneo chiedere: perché c’è chi non si sposta mai invece chi lo fa di frequente!
“Ci si sposa per diversi, il più ovvio e l’amore ma l’amore finisce bisogna trovare altre ragioni per continuare a stare insieme. Io non ci sono riuscito, però l’importante è che dopo un rapporto profondo non si perda la stima se possibile amicizia. Anche se a molti può sembrare strano io ho il piacere di considerare le ex mogli come le mie migliori amiche”
Pino Nazio, dopo tre divorzi a cinquantaquattro anni compiuti è nato suo primo figlio. Come si sente
“è stato il regalo più bello che la mia vita abbia dato e sono contento che sia arrivato in un periodo in cui posso dedicarmi allo con serenità. Non c’è un giorno uguale all’altro, non c’è un istante che somiglia precedente. Vivere vicino a un bambino è una scoperta continua, un’esperienza nuova, se si può farlo con maggiore maturità e senza preoccupazioni economiche”
fino a Nazio nella vita lei ha fatto tante cose, non ha mai avuto paura di non riuscire a focalizzare bene sui obbiettivi
“sono sempre stato animato da una grande curiosità che mi ha spinto a cercare nuove forme espressive e a confrontarmi con mondi sconosciuti piuttosto che adagiarmi sulle certezze. Il rischio di disperdersi inmille progetti c’è sempre, inseguire le novità senza concludere nulla di significativo è un rischio. Il prodotto della propria attività va misurato dai risultati e quelli che mi sento di aver raggiunto non sono scontati”
Pino Nazio qual è il legame tra ricerca scientifica attività giornalistica e impegno sociale
“a dirla tutta così sembrerebbe nessuna, ma se si inserisce tutto sotto uno stesso titolo, ogni impegno trova una logica. Ognuno dovrebbe conoscere l’ambiente circostante e provare a cambiarlo. Così è chiaro che essere preoccupato della comunicazione dell’ente protezione animali e dell’associazione culturale Arci sono quasi la stessa cosa. Entrambi sono parenti delle compagne di pubblicità sociale che ho promosso e dei libri dedicati a vicende di cronaca nera ancora non risolti, oppure casi raccontati in tanti anni di televisione “
Pino Nazio il romanzo il bambino che sognava i cavalli racconta la storia del piccolo Giuseppe di Matteo, rapito e ucciso dai corleonesi perché ha scelto questa vicenda
“mi era capitato di imbattermi in pentiti di mafia ma quello con santino, padre di Giuseppe, è stato l’incontro particolare. Partendo dal suo racconto o riportato alla luce una storia dimenticata. Sono stati importanti consigli di un narratore che ci ha lasciato prematuramente, Vincenzo c’era”
Pino Nazio come si fa a raccontare una vicenda del genere
“La storia di Giuseppe di Matteo andava scritta perché questo bambino sciolto nell’acido quindici anni è come se fosse andato rimosso dalla comunità di lui hanno parlato pochissimo giornali. Avevano scritto libri solo i carnefici il mandante, Giovanni brusca e l’esecutore Giuseppe Monticciolo. Bisognava restituire la vicenda dal punto di vista delle vittime. Finito di scrivere, ho chiesto all’editore di chiedere il capitolo in cui si racconta la terribile fine del bambino: chi voleva leggere il libro poteva farlo con tutti gli elementi di narrazione senza essere costretto a sprofondare nei particolari. Ma la rimozione continua e, nonostante l’interessamento dei produttori, il libro non è diventato: non ci sono canali della televisione o case di distribuzione disposti a diffonderlo. Sto lavorando alla trasposizione teatrale del libro, pronta per gennaio al venti anni dalla morte di Giuseppe”
intervista a Pino Nazio realizzata da Cataldo Calabretta tratta dalla rivista vero
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