Niente grazie per Fabrizio Corona si farà 15 anni di reclusione

E adesso un articolo dedicato al l’ex re dei paparazzi Fabrizio Corona che è attualmente detenuto nel carcere di massima sicurezza di Opera per una pena detentiva ad anni tredici e leggiamo direttamente dalla rivista vip.
Fabrizio e Federico Corona

Non c’è niente da fare quando Fabrizio Corona parla, scrive, si muove, pontifica lo fa sempre in maniera clamorosa. Il quarantenne ex re dei paparazzi non è mai stato un uomo banale quando era libero, non lo è neppure ora che si trova recluso nel carcere di massima sicurezza di Opera per dovere scontare una pena ad anni quindici di reclusione per estorsione. Visto che, dalla galera, non può mostrarsi, che fa per fare in modo che il mondo non si dimentichi di lui? Scrive. Scrive lettere aperte che poi le trasmissioni televisive e i giornali riprendono; lettere nelle quali denuncia la difficoltà della situazione e le presunte ingiustizie delle quali è vittima, perpetrate ai suoi danni dal sistema giudiziario italiano; lettere nelle quali chiama in causa i suoi affetti più cari ricordando loro quanto li ama e quanto stia pagando per colpe non sue. Insomma, più o meno quello che la messa degli altri sessantacinquemila carcerati in Italia potrebbero scrivere mentre, forse più saggiamente, preferisce tacere. L’ultima missiva è quella scritta all’inizio di agosto, che la madre di Fabrizio corona ossia Gabriella, ha letto in televisione durante la trasmissione in onda

“sono quasi due settimane che non esco più dalla cella, che non dormo più, che non vado più all’aria, che non partecipo più a nessuna attività, che non parlo più con nessuno a malapena maggio, con lo sguardo fisso e perso nel vuoto. Mi muovo dannatamente all’interno delle piccole sporco spazio ristretto con la sentenza in mano. Continuo a rileggerla e imprecò. Sbatto la testa contro il muro tiri pugni alla finestra”

“ora dopo tutto questo sono disposto a morire per avere riconosciuto la mia giustizia, perché sia raccontata la verità dei fatti. Ieri è toccata a me ma domani potrebbe toccare a voci ho fatto da incensurato centosette giorni di carcere preventivo in regime di massima sicurezza in cella con quel Peppe Iannicelli boss dell’ndrangheta. Questa carcerazione mi ha rovinato la vita. Mi sono perso e sono diventato bello che voi avete creato, la vita è una sola e non si può marcire dentro una cella solo perché se è antipatico o ai pestato i piedi a qualcuno di troppo potente. Non mi possono anche evitare di rieducarmi, non è giusto. Dico basta, io ora voglio giustizia e sono pronta a sacrificare tutto. Anche la mia vita”

un finale nel quale lancia un messaggio sibillino, quasi facendo riferimento al suicidio. Apriti cielo. Persino il giornalista più forcaiolo d’Italia ossia Marco travaglio, presente in trasmissione si è detto favorevole a una grazia per Fabrizio Corona, con un’impennata di garantismo mai sentita dalla sua bocca. Ma perché grazia? Che cosa ha di diverso rispetto alle decine di migliaia di suoi colleghi in carcere? Se anche fosse vittima di un errore giudiziario, ormai la cassazione si è pronunciata, indietro non si torna. Forse la paura più grande per Fabrizio Corona non è marcire dentro una cella, ma essere dimenticato, come accennato sopra. Lui tiri il quale l’attenzione la ribalta i riflettori sono come l’aria non può cadere nell’oblio, deve ricordare a tutti che esiste anche con lettere rumorose. Forse un domani con gesti clamorosi, anche se non lo speriamo davvero. Resta inteso però che chi minaccia di suicidio apertis verbi lo fa perché, in realtà, di ammazzarsi non ha alcuna intenzione ma vuole ricordare agli altri che esiste. Perché per gente come lui la vera morte è essere dimenticati

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