La seconda Corte d’appello di Milano ha confermato oggi la condanna di Silvio Berlusconi in primo grado a quattro anni di reclusione – tre dei quali coperti da indulto – e cinque anni di interdizione dai pubblici uffici per frode fiscale, al termine del processo di secondo grado sulle presunte irregolarità nella compravendita dei diritti tv e cinematografici da parte di Mediaset.
La sentenza è stata letta dopo cinque ore e mezza di camera di consiglio da Alessandra Galli, presidente della sezione.
Gli esiti delle vicende giudiziarie dell’ex presidente del Consiglio sono visti con grande attenzione per il futuro dell’attuale governo, per il quale è essenziale il sostegno del Pdl.
Ora all’ex premier resta il ricorso in Cassazione, ma soprattutto gli occhi sono puntati sulla decisione della Corte Costituzionale, attesa entro la fine di giugno, sul conflitto di attribuzione fra poteri dello stato sollevato da Palazzo Chigi in relazione a un legittimo impedimento a prender parte all’ udienza del processo di primo grado il 1 marzo 2010, che fu negato all’allora presidente del Consiglio.
Se la Consulta dovesse dar ragione a Palazzo Chigi, il processo potrebbe dover tornare a quella udienza di tre anni fa, in primo grado. Va ricordato che i reati oggetto del procedimento andranno prescritti fra la fine del 2013 e l’inizio del 2014.
Il processo, iniziato nel 2006, ha per oggetto la compravendita dei diritti televisivi e cinematografici con società Usa per 470 milioni di euro che sarebbe stata effettuata da Fininvest – società di proprietà della famiglia dell’ex-premier e controllante di Mediaset – attraverso due società off-shore.
Per la procura, le major americane avrebbero venduto i diritti alle due società off-shore, le quali a loro volta li avrebbero poi rivenduti con una forte maggiorazione di prezzo a Mediaset allo scopo di aggirare il fisco italiano e creare fondi neri a disposizione di Berlusconi.
Tutti gli imputati hanno sempre negato ogni addebito. In particolare nell’udienza del 1 marzo scorso, Berlusconi si descrisse totalmente estraneo alla vicenda, ricordando che all’epoca dei fatti contestati era presidente del Consiglio e definendo la sentenza di primo grado “una grande cantonata giudiziaria”. — Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia
da http://it.notizie.yahoo.com/
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